Un bicchiere di grappa che diventa identità di un paese, che riesce ad appianare i dissidi e a legare vecchie e giovani generazioni. A Forni di Sopra è questo il ‘miracolo’ del “Cjariei”, la grappa aromatizzata al finocchietto selvatico, alias semi di cumino e nella parlata locale appunto Cjariei. Dalla notte della storia la sua produzione casalinga è tramandata nelle famiglie fornesi, ma da qualche anno è diventata una produzione artigianale destinata al banco dei locali e alla tavola dei ristoranti. Siamo partiti nel ’97 e il riscontro è stato immediatamente entusiasmante. Il procedimento di aromatizzazione è abbastanza semplice, mentre il segreto dell’ottimo risultato è legato alle giuste dosi e al sapiente occhio che sorveglia giorno per giorno l’infusione. La materia prima è la grappa, grezza da vinacce miste acquistata dalla distilleria Domenis di Cividale.  In canali di commercializzazione, per un prodotto così limitato nella quantità, sono quelli della gastronomia carnica di nicchia. Il sapore? Si ama o si odia. L’utilizzo del “Cjariei” può essere esteso anche in cucina. Può servire, infatti, per aromatizzare focacce dolci e torte. La caratteristica di maggior pregio, però,  è legata a un sentimento intimo di chi a Forni è nato e cresciuto. Una specie di magia che si ripete ogni giorno, ogni anno nell’Alta Val Tagliamento, ai piedi dei Monfalconi e del Clap Varmost. Semplicemente stappando una bottiglia di “Cjariei”.